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Diritto penale

Dichiarazione infedele e truffa aggravata: la Cassazione chiarisce il rapporto tra i due reati

Dichiarazione infedele e truffa aggravata: la Cassazione chiarisce il rapporto tra i due reati

La Cassazione penale stabilisce che il reato di dichiarazione infedele assorbe quello di truffa aggravata ai danni dello Stato

La questione giuridica

La Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sul rapporto tra reati tributari e fattispecie di truffa aggravata ai danni dello Stato. In particolare, l'attenzione si è concentrata sulla dichiarazione infedele con indicazione di elementi passivi inesistenti, disciplinata dall'art. 3 del d.lgs. n. 74/2000.

Secondo i giudici, tale condotta rappresenta una forma specifica e più qualificata rispetto alla truffa comune, ponendosi quindi in un rapporto di specialità rispetto ad essa.

Il principio affermato dalla Cassazione

Con la sentenza n. 30540/2025, la Suprema Corte ha affermato che il reato di dichiarazione infedele assorbe la truffa aggravata a danno dell'Erario, quando entrambe le condotte sono finalizzate a conseguire un vantaggio economico indebito attraverso l'alterazione dei dati fiscali.

Il legislatore, infatti, ha tipizzato la condotta tributaria con un sistema sanzionatorio autonomo, che trova applicazione solo se viene superata la soglia di punibilità prevista dalla norma penale tributaria.

Il caso concreto

Nel procedimento in esame, a una contribuente era stata contestata la dichiarazione infedele, con l'inserimento di passività fittizie al fine di ridurre l'Irpef dovuta.

In un primo momento era stato disposto il sequestro preventivo delle somme ritenute frutto dell'illecito. Tuttavia, la Cassazione ha annullato la misura, chiarendo che, trattandosi di reato tributario, la condotta non aveva superato la soglia minima necessaria per integrare l'illecito penale.

Differenza con la truffa aggravata

La truffa aggravata ai danni dello Stato, diversamente dai reati tributari, non è legata a soglie quantitative: qualsiasi artificio idoneo a procurare un indebito vantaggio a carico delle casse pubbliche può rilevare penalmente.

Tuttavia, quando la condotta coincide con la presentazione di una dichiarazione fiscale infedele, la fattispecie tributaria prevale, con la conseguenza che l'eventuale vantaggio economico deve superare la soglia prevista dal d.lgs. 74/2000 per rendere la condotta penalmente perseguibile.

Foto: 123rf.com

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